Cima della Meda (2302 m)

Per la Cengia di mezzo

La parete est di Cima della Meda è caratterizzata da una serie di bancate sovvrapposte che spiovono sul Ciol de Soraùs. Alcune di queste cengie inclinate sono percorribili; a suo tempo ho salito la cengia inferiore che ho denominato Capezzagna del Drugo lungo la quale si può salire la Cima Podestine e anche, proseguendo sulla cengia in versante sud, raggiungere la Frata de Barbìn. Ho pure salito la cengia superiore che ho chiamato Via del Gendarme. Mi mancava da esplorare la Cengia di mezzo.

La Cengia di mezzo come appare dal Ciol de Soraùs.

Appena la Cengia di mezzo si porta in versante sud, sotto l'ultimo scaglione di rocce che sorregge la cresta, diviene rocciosa e interessante da percorrere.

La Cengia di mezzo si alza gradualmente e termina in cresta sulla forcella ad ovest di Cima Podestine. L'ultima parte della cengia l'ho percorsa a suo tempo quando venimmo per la Capezzagna del Drugo.

Nostra meta era però Cima della Meda e, lasciata la Cengia, siamo saliti alla forcella più bassa della cresta che congiunge Cima Podestine a Cima della Meda.

Lungo la cresta abbiamo visitato le famose finestre.

Siamo scesi per la cresta nord che è un vero itinerario alpinistico da non sottovalutare.

Considerazioni: interessante percorso di cengia. La via di salita che abbiamo seguito noi dalla cengia alla Cima della Meda è solo una delle possibili direttrici. Tanto è vero che abbiamo rinvenuto gli ometti di Luca Basso che ha preso una strada più a est seguendo le orme di Fradeloni. C'è ancora qualcosa da scoprire su questa vasta parete che collega Cima della Meda al M. Cornaget: chissà che non mi venga voglia di tornare.

Grazie a Stief e Piero Mute per la fiducia accordatami.

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